Facebook e la Selva degli #Hashtag

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Sei il tipo di persona che alla fine dei propri post in Facebook inserisce uno o due #hashtag?

O sei più il tipo che abbonda e ne mette anche una decina, magari belli mescolati nella frase o tutti in fila uno dopo l’altro a comporre 5 righe di post?

O magari sei il tipo che li vede nei post delle amiche e si sta ancora chiedendo a cosa cavolo servono!

 

Spoiler – Se sei donna del secondo tipo correggi il tiro perché l’eccesso di cancelletti fa più danno che pro.

 

Hashtag – chi è costui

Hashtag  [asctag – sc come in sciare] è il nome inglese del simbolo # che noi chiamiamo “cancelletto”.

Nell’Era Digitale però abbiamo esteso il senso del termine hashtag usandolo per indicare anche le parole e le brevi frasi composte da parole tutte attaccate precedute dal segno cancelletto come ad esempio #SerenamenteOnline

Gli Hashtag sono nati con Twitter e si sono poi diffusi sugli altri Social.

Il loro scopo è “aggregare contenuti attorno ad uno specifico argomento” ed è stato realizzato rendendo cliccabili e ricercabili le parole o le catene di parole precedute dal simbolo # e facendole così diventare delle “chiavi di ricerca”.

Quindi se nei miei tweet in cui parlo di come usare il web per vivere meglio metto l’hashtag #SerenamenteOnline quando tu clicchi su questa parola ti trovi davanti tutti i miei tweet che la contengono e che parlano di quello specifico argomento.

Se invece di farlo solo io lo facciamo in dieci, quando tu clicchi sul hashtag vedi i tweet su quell’argomento di tutti e dieci.

Questo meccanismo, per esteso, fa sì che un hashtag serva anche per dare particolare risalto ad un determinato argomento e quindi ci sono sempre più professioniste che lo utilizzano per fare marketing.

 

Gli #hashtag in Facebook

Nati in Tweetter gli hashtag sono un po’ alla volta stati introdotti da molti altri Social Media tra cui, nel 2013, Facebook, ma non in tutti i Social funzionano allo stesso modo e con gli stessi criteri.

Il fatto è che ogni social è pensato per uno scopo ed un uso diverso e Facebook è quello più legato al privato, al racconto personale, al condividere momenti di vita con amici e parenti.

Questo significa che la maggior parte degli account Facebook hanno impostazioni di privacy che tendono a escludere gli estranei.

I post “pubblici” di Facebook sono un numero ristretto rispetto al totale e questo già di per sé rende l’uso degli hashtag non particolarmente adatto a questo social.

Ma c’è di più.

 

Il troppo stroppia

Quante volte l’hai sentito dire in questa o altre forme? E, pensa un po’ te, vale anche per gli #hashtag in Facebook.

Vari studi fatti su questo fenomeno hanno dimostrato come l’uso errato od eccessivo dei cancelletti finisca con il rendere i post con gli hashtag meno letti rispetto a quelli senza.

Più sono le #parolecancelletto nel post e meno il post viene letto.

Se metti gli #hashtag  #sparsi a caso nella #frase pensando così di #daremaggiorrilievo ad alcune delle parole che stai #scrivendo in #realtà stai solo rendendo il #tuotesto, magari a lungo pensato, #faticosamenteleggibile.

Se invece fai quelli che vengono chiamati “trenini di hashtag” ad esempio:

#facebook #hashtag #scriverepost #usareglihashtag #nonsilegge #chicicapisceèbrava #dicosastiamoparlando #fieradelpulito2017

e magari nel post metti solo il trenino senza neppure un cappello introduttivo comprensibile ai normali esseri umani …ecco in questo caso hai enormi possibilità che il tuo post venga saltato dalla maggior parte di possibili visualizzatori.

Insomma le ricerche dicono che:

in Facebook i post senza #hashtag funzionano meglio di quelli che li hanno e
più #hashtag metti nel post meno interazioni ottieni.

Quindi, se usi Facebook anche per farti conoscere come professionista e quello che vuoi è un modo per dar maggior risalto ai tuoi contenuti il mio consiglio, derivato da quello dei guru dei social è: lascia perdere i trenini di cancelletti e cerca delle belle immagini che funzionano molto meglio!
E tu li usi gli #hashtag? E se sì hai già misurato che risultati ti danno? Parliamone qui sotto nei commenti.

 

Se invece hai letto l’articolo per scoprire il significato di questa strana parola allora potrebbe interessarti il mio eBook “Le strambe parole dell’Era Digitale” – scaricalo adesso inserendo nome e indirizzo mail nel modulo che trovi di lato o a fondo pagina

 

2 Comments

  1. Tiziana ha detto:

    Ciao Nadia, articolo molto interessante! Effettivamente gli hashtag li vedo ormai ovunque ed usati nei modi più disparati, ed anche io a volte faccio i trenini, ma su Instagram … è un errore anche su istagram o essendo stati pensati per quel social il discorso è diverso? Inoltre ti chiedo, sulla pagina fan di FB è utile nel post dell’articolo del blog che pubblico usare un hashtag? Grazie mille!!!

    • Nadia ha detto:

      Ciao Tiziana e grazie per il tuo commento 🙂
      In Instagram gli hashtag vanno bene proprio come in Tweetter. E’ proprio in Facebook che gli studi fatti evidenziano un decrescere di interazione coi post all’aumentare del numero di hashtag presenti.
      Quindi NO all’inserirli nel corpo del post sparsi a caso e NO ai trenini. Uno o due #hashtag a fine post ci possono stare senza far danno, se poi sia utile è tutto da vedere. Sto cercando in giro studi affidabili su questo punto.

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